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  • Le KPI fondamentali per un social media report efficace

    Le KPI fondamentali per un social media report efficace

    Come leggere (davvero) i dati per migliorare strategia, contenuti e risultati

    In un ecosistema digitale saturo di contenuti, fare presenza sui social media non basta. Serve una strategia. E per affinare una strategia, servono dati. Ma non tutti i dati sono utili. Un buon social media report non è una raccolta casuale di numeri: è una mappa precisa, guidata da KPI selezionate in base agli obiettivi di business.

    Noi di Orma vi mostriamo allora quali KPI includere in un report social, come leggerle e quali strumenti usare per trasformarle in insight reali.

    Obiettivo 1: Aumentare la Brand Awareness

    Se il tuo obiettivo è far conoscere il brand, i tuoi contenuti devono essere visti, ricordati e condivisi.

    Le KPI da monitorare:

    • Reach (copertura): persone uniche che hanno visualizzato i tuoi contenuti.
    • Impression: quante volte il contenuto è stato mostrato (anche più volte alla stessa persona).
    • Follower Growth Rate: tasso di crescita dei follower in un dato periodo.
    • Mention e tag: chi parla di te e quanto sei presente nelle conversazioni organiche.
    • Visualizzazioni video: metrica importante soprattutto per reel e contenuti dinamici.

    Consiglio: segmenta la reach tra organica e sponsorizzata per capire dove stai performando meglio.

    Strumenti consigliati:
    Looker Studio (per visualizzare l’andamento nel tempo), Sprout Social, Meta Insights.


    Obiettivo 2: Aumentare l’Engagement

    Un brand che ascolta e crea dialogo è un brand che costruisce relazioni. L’engagement non si misura solo con like: va oltre.

    Le KPI da includere:

    • Engagement rate per post: interazioni diviso copertura o impression.
    • Like, commenti, condivisioni: attenzione anche alla qualità delle interazioni.
    • Salvataggi: uno dei segnali più forti di contenuto utile o ispirazionale.
    • Risposte ai sondaggi, quiz, sticker interattivi (Instagram Stories).
    • Click su link in bio o contenuti swipe-up.

    Tip: individua il formato (carousel, reel, stories, live…) che genera più engagement per ogni piattaforma.

    Strumenti consigliati:
    Funnel.io (per aggregare dati da più fonti), Metricool, Socialbakers.


    Obiettivo 3: Generare Lead e contatti

    Se il focus è la conversione da follower a contatto utile, devi tracciare tutto il percorso dell’utente: dal post al form.

    Le KPI rilevanti:

    • CTR (Click-through rate): percentuale di click rispetto alle impression.
    • Lead generati: compilazioni di moduli, iscrizioni a newsletter, download.
    • Conversion Rate: tasso tra click e lead effettivi.
    • CPL (Costo per Lead): utile se stai investendo in adv.

    Tip: inserisci UTM nei link per tracciare con precisione il comportamento post-click in Google Analytics.

    Strumenti consigliati:
    HubSpot, Meta Ads Manager, Google Tag Manager, Zapier per automazioni.


    Obiettivo 4: Aumentare le vendite

    Social = branding? Sì, ma anche vendite. Soprattutto in settori come moda, beauty, food e e-commerce. Qui i numeri devono parlare chiaro.

    Le KPI da monitorare:

    • ROAS (Return on Ad Spend): quanto guadagni per ogni euro investito.
    • Conversioni da social: tracciate via pixel o analytics.
    • Tasso di abbandono del carrello (da social).
    • Ordini totali e valore medio ordine (AOV) provenienti dai canali social.

    Focus: confronta le performance organiche e paid. Scoprirai spesso che contenuti organici performanti possono diventare ottime sponsorizzate.

    Strumenti consigliati:
    Google Analytics 4, Shopify Reports, Facebook Pixel, TikTok Ads Manager.


    Obiettivo 5: Costruire Community e Loyalty

    Il vero valore del social media marketing non è solo raggiungere. È costruire. Una community attiva è un asset che genera valore nel tempo.

    KPI utili:

    • Retention Rate: utenti che tornano a interagire.
    • Tasso di risposta ai DM e commenti: misura quanto sei presente.
    • Recensioni e sentiment analysis: qualitativo, ma prezioso.
    • Net Promoter Score (NPS): quanto sei raccomandabile, su scala da 1 a 10.

    Insight: analizza le conversazioni per capire linguaggio, toni, esigenze. La community ti dirà sempre cosa vuole, se sai ascoltare.

    Strumenti consigliati:
    Brandwatch, Sprinklr, Hootsuite, Mention.


    Come presentare un report: non solo numeri

    Ricorda: la forma conta tanto quanto il contenuto. Un buon report deve essere:

    • Visuale: grafici, dashboard, infografiche – strumenti come Looker Studio, Notion, Canva sono perfetti.
    • Commentato: i dati devono essere spiegati. Cos’è andato bene? Cosa migliorare?
    • Action-oriented: ogni metrica dovrebbe portare a una decisione. Esempio: “Bassi click? Rivediamo le CTA.”
    • Frequente: settimanale per l’operatività, mensile per l’analisi strategica.

    Conclusione: dai numeri alle decisioni

    Il valore di un report social media non è nei numeri in sé, ma nelle decisioni che quei numeri ispirano. Un report fatto bene non è un esercizio di stile, ma uno strumento strategico per crescere, correggere la rotta e valorizzare ciò che funziona.

    Noi di Orma usiamo questi KPI ogni giorno per aiutare i brand a comprendere il presente e pianificare il futuro. E lo facciamo parlando chiaro, con dati ben visualizzati, azioni concrete e obiettivi chiari.

    Scegli la giusta strategia, prenota ora la tua consulenza con noi.

  • Neuromarketing e Social Media: perché il cervello è il vero campo di battaglia della comunicazione digitale

    Neuromarketing e Social Media: perché il cervello è il vero campo di battaglia della comunicazione digitale

    In Orma ci piace dire che comunicare non è solo parlare, è sapere come arrivare dritti al centro delle emozioni. E quando parliamo di comunicazione digitale, non possiamo ignorare un concetto tanto affascinante quanto potente: il cervello umano non è un destinatario passivo, ma un protagonista attivo di ogni interazione. È qui che entra in gioco il neuromarketing, una disciplina che ha rivoluzionato — e continua a rivoluzionare — il modo in cui pensiamo alle strategie digitali.

    Non si tratta di manipolare, ma di capire davvero come funzionano le nostre emozioni, le reazioni inconsce, i meccanismi che portano una persona a cliccare, ricordare o ignorare un contenuto. E se tutto questo ti sembra teorico, ti basti sapere che il 95% delle decisioni di acquisto viene preso a livello inconscio. Un dato che cambia completamente il punto di vista con cui dovremmo costruire ogni post, ogni video, ogni campagna.


    Cosa si intende per neuromarketing?

    Partiamo dalla base: il neuromarketing è un campo che unisce le neuroscienze cognitive al marketing, studiando le reazioni del cervello agli stimoli pubblicitari o comunicativi. In pratica, cerca di rispondere a una domanda semplice solo in apparenza: perché le persone scelgono un brand piuttosto che un altro?

    Grazie a strumenti come l’eye-tracking, l’elettroencefalogramma (EEG) o la risonanza magnetica funzionale, è possibile osservare cosa cattura davvero l’attenzione, quali immagini attivano emozioni, quali parole stimolano la memoria. Ovviamente, noi di Orma non abbiamo laboratori (per questo genere di cose per lo meno) o caschetti con sensori. A noi interessano le implicazioni pratiche. Ci interessa applicare questi principi in modo strategico, per creare contenuti che non siano solo belli, ma efficaci. E soprattutto coerenti con chi sei e con chi vuoi raggiungere.

    Perché il neuromarketing è fondamentale nel social media marketing

    Le piattaforme social sono diventate il principale terreno di gioco (permetteteci questo rimando sportivo) del marketing. Ma anche uno dei più affollati, frenetici, rumorosi. In questo contesto, essere visti non basta. Devi saper generare emozione, creare connessione, attivare ricordi. È qui che il neuromarketing diventa uno strumento potentissimo che noi di Orma ci impegnamo a integrare nelle strategie social in modo concreto e mirato.

    Il potere delle immagini: se il cervello ama i volti, diamogli volti

    Un dato che ci ripetiamo spesso nei brainstorming è che il cervello elabora un’immagine 60.000 volte più velocemente di un testo. Questo significa che la prima impressione passa sempre da ciò che si vede. Ecco perché lavorare su visual efficaci è una priorità.

    In Orma, quando costruiamo un contenuto visivo per i social, non scegliamo colori, soggetti o formati “a caso”. Lo facciamo tenendo conto di come il cervello umano reagisce a certi stimoli. Il rosso, ad esempio, genera urgenza; i volti umani attivano i neuroni specchio, generando empatia; i video brevi (soprattutto sotto i 15 secondi) riescono a mantenere alta l’attenzione e aumentare la probabilità che il messaggio venga recepito.

    👉 Cosa fare in pratica? Usa fotografie autentiche, inserisci volti, lavora su micro-emozioni nei video e cura ogni dettaglio del design come se fosse il primo e unico biglietto da visita del tuo brand.

    Racconta, non vendere: il potere dello storytelling emotivo

    Le storie sono uno degli strumenti più antichi (e più potenti) che abbiamo per trasmettere significato. E il motivo è neurologico: una storia ben raccontata attiva più aree del cervello rispetto a un’informazione fredda.

    In Orma insistiamo spesso su questo punto: ogni brand ha una storia, anche se ancora non la riconosce. E quando riesce a raccontarla con autenticità, mettendo in campo emozioni vere, conflitti, trasformazioni, il pubblico risponde. Perché non si limita a leggere: si riconosce.

    👉 Il nostro consiglio? Usa lo storytelling per coinvolgere, ma fallo con un obiettivo preciso. Racconta esperienze reali, valorizza le persone dietro al brand, crea una progressione (inizio, problema, soluzione) che stimoli la dopamina e renda il tuo contenuto memorabile.

    Le call to action non sono pulsanti: sono leve emotive

    Nel neuromarketing, il modo in cui formuli una chiamata all’azione (CTA) può fare la differenza tra un clic e un salto nel vuoto. Questo perché le parole attivano circuiti emotivi diversi, e la percezione dell’urgenza o della promessa può cambiare radicalmente il comportamento dell’utente.

    Parole come “Scopri”, “Vivi”, “Trasforma” sono più efficaci perché stimolano il desiderio di cambiamento, la curiosità, il coinvolgimento personale. Frasi come “Solo per oggi” o “Posti limitati” attivano la paura di perdere qualcosa — la famigerata FOMO — che è una leva potentissima se usata con etica e misura.

    👉 Il nostro approccio? Non inseriamo mai una CTA “perché ci va”. La progettiamo, la testiamo, la ottimizziamo in base al contesto, al pubblico e all’obiettivo. E spesso la testiamo in A/B perché i dati, anche nel neuromarketing, sono fondamentali.

    L’esperienza è tutto: se il cervello cerca la semplicità, semplifica

    Uno degli errori più comuni nei social è pensare che per attrarre serva stupire a tutti i costi. In realtà, il cervello umano ama ciò che è semplice, coerente, prevedibile (ma non noioso). Ecco perché ogni contenuto deve essere progettato con una user experience chiara, fluida, leggibile.

    👉 Che significa? Layout puliti, testi ben distribuiti, gerarchie visive nette. Sui social, un contenuto troppo pieno, caotico o incoerente visivamente rischia di essere scartato prima ancora di essere processato.

    Esempi pratici: come funziona davvero il neuromarketing nei contenuti social

    • Instagram Stories
      Le storie, proprio perché temporanee, attivano il bisogno di “non perdere qualcosa”. Questo stimola attenzione e interazione. Sticker, domande, quiz e countdown aggiungono coinvolgimento e stimolano il sistema limbico.
    • Facebook Ads
      Annunci con volti sorridenti? Sì, perché generano emozioni positive. Carousel che raccontano una mini-storia in più frame? Ancora meglio: aumentano il tempo di permanenza e creano un percorso narrativo.
    • TikTok Challenges
      Le sfide virali sfruttano il bisogno di appartenenza, stimolano la creatività e attivano il circuito della ricompensa sociale. Una combo perfetta per il coinvolgimento.

    Conclusioni

    Il neuromarketing non è solo una moda passeggera, né una strategia riservata ai giganti della pubblicità. È uno strumento concreto e accessibile, che ci permette di progettare contenuti più efficaci, umani, memorabili. E nel mondo dei social, dove tutto corre veloce, fermare l’attenzione e generare un impatto emotivo è ciò che fa la differenza tra essere dimenticati o ricordati.

    Noi di Orma lo sappiamo bene: ogni strategia digitale che funziona parte da una comprensione profonda del pubblico. E il pubblico, prima ancora che un target, è fatto di persone. Con cervelli che pensano, sentono, reagiscono.

    Se vuoi davvero farti ascoltare, devi parlare il loro linguaggio. E il loro linguaggio è fatto di emozioni, immagini, esperienze.

    Vuoi integrare queste nozioni nella tua attività?

    Prenota una consulenza gratuita con noi. Analizzeremo insieme il tuo brand, i tuoi contenuti e i tuoi obiettivi, e costruiremo una strategia social basata non solo su estetica e numeri, ma su ciò che davvero muove le persone: le emozioni, i bisogni, i meccanismi cognitivi.

  • TikTok: 7 strategie per crescere in modo organico

    TikTok: 7 strategie per crescere in modo organico

    TikTok non è solo una piattaforma di intrattenimento. È oggi uno degli strumenti più potenti per la crescita organica di brand, professionisti e creator. Ma attenzione: emergere tra milioni di contenuti non è questione di fortuna. Richiede metodo, analisi, creatività e soprattutto una strategia solida.

    Noi di Orma lo sappiamo bene: gestiamo quotidianamente account TikTok per clienti in settori molto diversi, e abbiamo imparato a decifrare ciò che realmente funziona. In questo articolo ti spieghiamo, passo dopo passo, cosa serve davvero per crescere in modo naturale su TikTok – senza budget ADV, ma con una visione chiara e dati alla mano.


    Punta su contenuti autentici e che parlano alle persone

    TikTok non premia la perfezione, ma l’autenticità. L’algoritmo privilegia quei contenuti che generano interazioni reali, perché creano connessione.

    Cosa significa per noi di Orma:

    • Racconta storie in modo diretto, umano, senza fronzoli.
    • Vai dritto al punto: i primi 2-3 secondi sono fondamentali.
    • Usa uno stile visivo coerente ma dinamico: TikTok è un linguaggio a sé, non una copia di Instagram.

    Consiglio Orma: i video che funzionano di più sono quelli che mostrano una trasformazione, un retroscena o una reazione. Parti da qui.

    Inserisciti nei trend, ma con il tuo tono di voce

    Non basta seguire i trend, serve adattarli alla propria identità. TikTok è una piattaforma veloce, e chi sa cavalcare l’onda nel momento giusto ottiene visibilità gratuita.

    Come lo facciamo per i nostri clienti:

    • Monitoriamo i suoni virali e li decliniamo per ogni nicchia.
    • Partecipiamo alle challenge solo quando hanno senso per il brand.
    • Manteniamo uno stile coerente, anche nei trend più giocosi.

    Pro-tip Orma: non copiare, reinterpretare, crea originalità.

    La costanza è la vera arma segreta

    Su TikTok la continuità vince sempre sulla casualità. Chi pubblica con regolarità, aumenta le possibilità che almeno uno dei contenuti “esploda”.

    Cosa consigliamo ai nostri partner:

    • Pubblica 1-3 video al giorno, soprattutto nei momenti di maggiore attività del tuo pubblico.
    • Programma contenuti settimanali con un calendario editoriale flessibile.
    • Lascia spazio all’improvvisazione, ma con una base strutturata.

    Nota Orma: meglio 1 video ben pensato al giorno che 5 senza strategia.

    Cura caption e hashtag come se fossero parte del video

    Su TikTok anche i dettagli fanno la differenza. Una buona descrizione e hashtag rilevanti aiutano l’algoritmo a categorizzarti e a portarti nel feed giusto.

    Il nostro approccio:

    • Caption brevi, chiare e con inviti all’azione.
    • Hashtag specifici + 1-2 hashtag di tendenza.
    • Nessuna keyword messa a caso: ogni parola ha uno scopo.

    Bonus Orma: testa CTA diverse nei copy per capire cosa stimola più interazioni (commenti, like, condivisioni).

    Coinvolgi la community: TikTok è un dialogo, non un monologo

    L’engagement non si costruisce solo con i video: si alimenta anche fuori dal contenuto, nei commenti, nei duetti, nelle risposte.

    Cosa facciamo noi:

    • Rispondiamo ai commenti strategici con nuovi video (funziona benissimo).
    • Collaboriamo con altri creator per far crescere il pubblico.
    • Utilizziamo stitch e duetti per intercettare trend e dialoghi già caldi.

    Proposta Orma: dedica ogni settimana del tempo all’interazione con la community. È parte integrante della strategia.

    Sfrutta tutte le funzionalità della piattaforma

    TikTok è in continua evoluzione, e chi utilizza le nuove feature viene premiato. Ma non bisogna usarle tutte, solo quelle giuste per i tuoi obiettivi.

    Con i nostri clienti lavoriamo così:

    • Playlist per strutturare contenuti ricorrenti (es. rubrica settimanale).
    • Video lunghi per spiegare un prodotto o un servizio in modo dettagliato.
    • Live per connettersi in tempo reale e aumentare la fiducia.

    Pro-tip Orma: ogni formato ha una funzione diversa nel funnel. Sta a te capire dove portare l’utente.

    Analizza i dati e adatta la strategia

    TikTok è anche data-driven. Monitorare le performance dei contenuti ti permette di capire cosa funziona e dove migliorare.

    Cosa facciamo noi in Orma:

    • Leggiamo i dati settimanalmente: tempo di visualizzazione, engagement rate, tasso di completamento.
    • Tracciamo le performance per contenuto, formato, orario.
    • Ottimizziamo costantemente in base ai numeri, non alle impressioni.

    Orma mindset: i numeri raccontano sempre una storia. Sta a noi ascoltarla (e trasformarla in risultati).

    In conclusione

    TikTok non è più solo un passatempo da scrollare nei momenti liberi. È un canale strategico, reale, concreto. È un luogo in cui i brand possono crescere in modo organico, costruire relazioni, intercettare un pubblico pronto ad ascoltare – se il messaggio è autentico e il linguaggio è quello giusto.

    Ma proprio perché è una piattaforma in continua evoluzione, richiede attenzione, ascolto e una presenza consapevole. Serve una visione chiara, una strategia su misura e la capacità di leggere i dati per capire dove andare e come migliorare.

    In Orma crediamo che TikTok possa essere una risorsa potente per chiunque voglia crescere davvero. Che tu sia un’azienda, un freelance o un progetto personale, possiamo aiutarti a far emergere la tua identità, creare contenuti che parlano al tuo pubblico e strutturare una presenza solida, giorno dopo giorno.

    Se vuoi iniziare a fare sul serio su TikTok, noi siamo qui per guidarti.
    Scrivici, prenota una consulenza gratuita, e scopri insieme a noi dove può portarti la tua voce, se usata nel modo giusto.

  • Marketing Omnicanale: Come Integrare Web, Social e ADV per Massimizzare le Conversioni

    Marketing Omnicanale: Come Integrare Web, Social e ADV per Massimizzare le Conversioni

    Il marketing digitale non è mai stato così complesso. I clienti interagiscono con i brand attraverso molteplici touchpoint (punti): siti web, social media, email, annunci pubblicitari e persino chatbot. Per questo, adottare un approccio omnicanale non è più un’opzione, ma è diventato una necessità. Un ecosistema digitale integrato permette di offrire un’esperienza fluida e coerente, migliorando engagement, fidelizzazione e conversioni.

    Noi di Orma ti suggeriamo in questo articolo come strutturare una strategia omnicanale efficace per far crescere il tuo business.


    Creare un ecosistema digitale connesso

    La chiave del marketing omnicanale è l’integrazione tra i vari canali. Il sito web, i social media, le campagne ADV e l’email marketing devono lavorare in sinergia per accompagnare l’utente lungo il customer journey.

    Cosa fare:

    • Assicurarsi che il branding (tone of voice, grafica, messaggi) sia coerente su tutti i canali.
    • Collegare i touchpoint tramite link tra social, sito e newsletter per favorire la navigazione cross-channel.
    • Monitorare le interazioni con strumenti di customer tracking per unificare i dati di comportamento degli utenti.

    Per quale motivo?

    Costruire un ecosistema digitale connesso non sia solo una scelta strategica, ma una necessità per chi vuole davvero valorizzare ogni interazione con il proprio pubblico. Integrare i canali significa raccogliere dati più completi, ottimizzare le performance e costruire relazioni solide e durature con i clienti.

    Personalizzazione basata sui dati

    Un’esperienza omnicanale efficace si basa su una strategia data-driven. Grazie a strumenti come Google Analytics, CRM e piattaforme di marketing automation, è possibile analizzare il comportamento degli utenti e offrire contenuti personalizzati.

    Cosa fare:

    • Segmentare il pubblico in base alle azioni che compie (visite al sito, interazioni sui social, apertura email) e personalizzare le comunicazioni.
    • Sfruttare la marketing automation per inviare contenuti rilevanti nei momenti giusti.
    • Usare il retargeting per intercettare gli utenti che hanno mostrato interesse per i prodotti o servizi offerti.

    Integrare i dati raccolti e trasformarli in azioni concrete permette di creare un dialogo più autentico con l’utente, aumentando il tasso di conversione e la fidelizzazione.

    In particolare, per noi di Orma, i dati non sono solo numeri, ma uno strumento prezioso per costruire esperienze su misura. Sviluppiamo strategie personalizzate partendo dall’analisi del comportamento degli utenti, per guidare ogni messaggio, offerta e contenuto verso la massima rilevanza e impatto.

    Integrare i social media nel funnel di conversione

    I social non sono solo piattaforme di engagement, ma veri e propri strumenti di conversione. Dalle campagne di lead generation su Facebook e LinkedIn alle vetrine di Instagram Shopping, ogni social può essere sfruttato per portare traffico qualificato al sito web.

    Cosa fare:

    • Usare strategie di social commerce, come i cataloghi prodotti su Instagram e Facebook.
    • Creare contenuti che spingano all’azione, come offerte esclusive o lead magnet (eBook, webinar, demo gratuite).
    • Integrare chatbot e risposte automatiche su Messenger e WhatsApp Business per facilitare l’interazione.

    Quando i social vengono integrati strategicamente nel funnel, diventano ponti efficaci tra scoperta e conversione, trasformando l’interesse in azione.

    Campagne pubblicitarie omnicanale

    Le ADV devono essere pensate per interagire con gli utenti su più piattaforme. Un utente che visualizza un annuncio su Instagram potrebbe essere retargetizzato con un’offerta personalizzata via email o su Google Display.

    Cosa fare:

    • Usare Google Ads e Meta Ads in sinergia per coprire più punti di contatto.
    • Sfruttare il retargeting cross-channel per raggiungere gli utenti con messaggi diversificati in base alla fase del funnel.
    • Implementare dynamic ads per offrire esperienze pubblicitarie personalizzate.

    Ottimizzare il customer journey e la user experience

    Un’esperienza omnicanale efficace non si limita alla promozione, ma garantisce un percorso fluido dall’interesse iniziale alla conversione. Questo significa ottimizzare ogni fase del processo, dal primo contatto alla fidelizzazione.

    Cosa fare:

    • Assicurarsi che il sito sia veloce e mobile-friendly per evitare abbandoni.
    • Offrire più opzioni di contatto e assistenza (chat live, email, social media).
    • Creare un’esperienza post-vendita coinvolgente, con email di follow-up, offerte esclusive e programmi fedeltà.

    Un approccio omnicanale ben strutturato permette di creare un ecosistema digitale coerente, aumentando il valore percepito dal cliente e migliorando le performance di business. Integrare web, social e ADV con una strategia data-driven significa offrire la giusta esperienza al giusto utente, nel momento migliore.

    Vuoi sviluppare una strategia omnicanale su misura per il tuo brand?

    Contattaci sul sito di Orma per prenotare una consulenza gratuita con i nostri esperti e porta il tuo marketing a un livello superiore!

  • Instagram lancia Edits: una nuova era per il content editing

    Instagram lancia Edits: una nuova era per il content editing

    Nel mondo digitale, il tempo è tutto. I contenuti si consumano in pochi secondi e la differenza tra uno scroll e un’interazione reale passa spesso dalla qualità del montaggio video. Per questo motivo, la nuova app Edits, lanciata da Instagram, rappresenta una vera rivoluzione per chi crea contenuti ogni giorno.
    Noi di Orma Strategie Digitali la stavamo aspettando per testare le sue capacità.


    Cos’è Edits e perché cambia le regole del gioco

    Come già avevamo anticipato in uno dei nostri caroselli di “Social Updates”, Edits è la nuova app stand-alone di Instagram dedicata all’editing video: intuitiva, pensata non solo per i creator ma anche per i brand. Permette di tagliare, montare, sincronizzare con audio, aggiungere effetti e pubblicare direttamente su Reels.

    La forza di Edits risiede non solo nelle sue funzionalità, ma anche nella sua integrazione diretta con la piattaforma Instagram. Questa connessione consente un flusso di lavoro semplificato, dalla fase di creazione alla pubblicazione del contenuto. Per chi gestisce la produzione di contenuti sui social, questa dinamica può contribuire a ridurre i tempi operativi, migliorare la qualità dell’output e mantenere una maggiore coerenza visiva con l’identità del brand.

    Un’opportunità per i brand (e per chi li guida online)

    In Orma sviluppiamo strategie digitali in cui ogni contenuto ha un obiettivo preciso nel funnel. L’arrivo di Edits ci permette di:

    • velocizzare la produzione di video ottimizzati per Instagram
    • mantenere un tone of voice visivo coerente con l’identità del brand
    • sperimentare nuove forme narrative, con montaggi fluidi e dinamici
    • ottimizzare i contenuti in tempo reale, senza passaggi esterni

    Non è solo una nuova app, è un cambio di prospettiva: creare direttamente dentro la piattaforma per parlare in modo più efficace al proprio pubblico.

    Perché Edits è una svolta per chi lavora con noi

    Il nostro approccio è sempre stato quello di costruire strategie su misura, partendo dagli obiettivi e scegliendo di volta in volta gli strumenti più efficaci. L’inserimento di Edits nel nostro toolkit ci consente di proporre:

    • contenuti ancora più coinvolgenti
    • una maggiore rapidità nella realizzazione dei piani editoriali
    • un editing all’altezza delle aspettative social di oggi

    E soprattutto, ci permette di dare più spazio alla creatività, senza compromessi tecnici o limiti operativi.


    In conclusione

    Con Edits, Instagram non ha solo lanciato un’app: ha alzato l’asticella delle aspettative su cosa può (e deve) essere un contenuto video oggi.

    Noi di Orma Strategie Digitali siamo pronti a portare questa innovazione dentro ogni progetto, rendendo i contenuti non solo belli da vedere, ma strategici per raggiungere gli obiettivi di ogni brand.

  • L’Intelligenza Artificiale di Meta arriva su WhatsApp: nuove prospettive per la messaggistica e l’assistenza virtuale

    L’Intelligenza Artificiale di Meta arriva su WhatsApp: nuove prospettive per la messaggistica e l’assistenza virtuale

    Meta sta rivoluzionando il modo in cui interagiamo con le piattaforme di messaggistica, portando la potenza dell’intelligenza artificiale direttamente all’interno di WhatsApp. Dopo aver investito massicciamente nella ricerca sull’AI, l’azienda guidata da Mark Zuckerberg sta integrando i suoi modelli linguistici avanzati in una delle app più utilizzate al mondo, aprendo la strada a un nuovo tipo di assistenza virtuale e interazione automatizzata.


    Meta AI: un assistente virtuale integrato in WhatsApp

    Il cuore di questa evoluzione è “Meta AI”, un assistente basato su LLaMA (Large Language Model Meta AI), progettato per fornire risposte rapide, intelligenti e contestuali direttamente nelle conversazioni. L’assistente è accessibile digitando semplicemente “@MetaAI” nelle chat, attivando così una conversazione con l’intelligenza artificiale.

    Meta AI può rispondere a domande, offrire suggerimenti, aiutare a pianificare eventi, scrivere messaggi o persino generare immagini grazie alle sue funzionalità multimodali. Questa integrazione lo rende uno strumento estremamente utile sia per gli utenti comuni sia per le aziende che desiderano offrire un’esperienza cliente più fluida e moderna.

    Come può questa innovazione aiutare utenti e aziende?

    Per gli utenti privati, l’integrazione di Meta AI su WhatsApp apre a un ventaglio di possibilità davvero ampio. L’assistente virtuale può diventare un alleato quotidiano per svolgere compiti semplici e complessi: dalla ricerca di informazioni su qualsiasi argomento, al supporto nello studio, dalla generazione di idee per ricette a suggerimenti per attività del tempo libero. Può anche aiutare a pianificare viaggi, creare itinerari dettagliati o fornire aggiornamenti in tempo reale, il tutto restando all’interno dell’app di messaggistica, senza la necessità di passare da una piattaforma all’altra.

    Per le aziende, le potenzialità sono ancora più rilevanti. L’intelligenza artificiale di Meta può essere sfruttata per automatizzare i processi di assistenza clienti, offrendo risposte immediate e coerenti alle domande più frequenti. Questo consente di ridurre i tempi di attesa, alleggerire il carico di lavoro per i team di supporto e garantire una customer experience più fluida e soddisfacente. Inoltre, Meta AI può essere utilizzata per attività di marketing conversazionale, supporto nelle vendite e personalizzazione delle interazioni, aprendo nuove opportunità per migliorare l’efficacia della comunicazione aziendale.

    Privacy e Sicurezza

    Meta ha dichiarato di aver implementato rigorose misure di sicurezza per garantire la protezione dei dati degli utenti. Oltre all’adozione di protocolli avanzati di crittografia, ogni interazione con Meta AI viene monitorata per assicurare il rispetto delle normative sulla privacy e per evitare usi impropri del sistema.

    Secondo quanto affermato dalla piattaforma, gli utenti vengono informati in modo chiaro e trasparente su come vengono trattati i dati scambiati durante le conversazioni con l’IA, con opzioni che permettono di controllare e limitare l’accesso alle informazioni personali. Meta intende rafforzare la fiducia degli utenti mettendo al centro la sicurezza digitale, uno degli aspetti più delicati e discussi nell’evoluzione dell’intelligenza artificiale.

    Il futuro della messaggistica intelligente

    L’integrazione dell’intelligenza artificiale su WhatsApp è solo il primo passo. Meta ha già annunciato l’intenzione di estendere le capacità di Meta AI anche su Messenger, Instagram e nelle sue piattaforme VR, consolidando così una presenza AI trasversale in tutto il suo ecosistema.

    Inoltre, grazie alla continua evoluzione dei modelli LLaMA, Meta punta a rendere l’AI sempre più personalizzata, veloce e utile nel quotidiano.

    Conclusione

    L’arrivo dell’intelligenza artificiale su WhatsApp è un segnale chiaro del futuro della comunicazione: più intelligente, assistita e integrata. Noi di Orma seguiamo con estrema attenzione le innovazioni in campo IA e LLM, consapevoli dell’impatto che esse hanno nel mondo del lavoro, del marketing della comunicazione e del customer care.

    Noi di Orma supportiamo aziende e professionisti nell’esplorare e integrare le potenzialità dell’intelligenza artificiale all’interno delle loro strategie digitali.

    Offriamo consulenze su misura, formazione specializzata e soluzioni creative per valorizzare ogni canale di comunicazione, dalla messaggistica istantanea ai social media. Che si tratti di customer care automatizzato, content marketing o miglioramento dell’esperienza utente, il nostro obiettivo è aiutarti a cogliere tutte le opportunità che l’AI oggi rende possibili.

  • TikTok Shop arriva in Italia: la rivoluzione del social commerce

    TikTok Shop arriva in Italia: la rivoluzione del social commerce

    L’arrivo di TikTok Shop in Italia segna una svolta per il settore del commercio digitale, aprendo nuove opportunità per le aziende che vogliono vendere direttamente ai propri clienti senza uscire dalla piattaforma. Ma come funziona esattamente questa novità? E quali sono le opportunità e le sfide che porta con sé? E come noi di Orma siamo pronti a sfruttarla a vantaggio dei nostri clienti?


    TikTok non è più solo una piattaforma di intrattenimento e condivisione di video brevi: oggi rappresenta un vero e proprio ecosistema digitale in continua evoluzione. Con il lancio ufficiale di TikTok Shop in Italia, il social network compie un ulteriore passo avanti nel mondo dell’e-commerce, offrendo a brand, creator e consumatori un’esperienza di acquisto completamente integrata nei contenuti.

    Cos’è TikTok Shop e come funziona

    TikTok Shop è il marketplace interno di TikTok che consente a brand e creator di vendere prodotti direttamente attraverso video, live e una vetrina dedicata. L’idea di base è semplice: trasformare la visione dei contenuti in un’esperienza di acquisto immediata e interattiva per i propri follower.

    Gli utenti possono acquistare prodotti in tre modi principali:

    1. Attraverso i video nel feed – I brand e i creator possono taggare i prodotti nei loro video. Gli utenti, cliccando sul tag, possono visualizzare le informazioni sul prodotto e acquistarlo senza uscire dall’app.
    2. Tramite il Live Shopping – Durante le dirette, i creator e i brand possono mostrare e vendere prodotti in tempo reale, con offerte esclusive e interazioni dirette con gli utenti.
    3. Nella sezione “Shop” del profilo – Le aziende possono creare una vetrina dedicata ai loro prodotti, accessibile direttamente sul loro profilo TikTok.

    A differenza di altre piattaforme di e-commerce, TikTok Shop sfrutta l’intrattenimento e la viralità per incentivare gli acquisti. Grazie al suo algoritmo avanzato, i prodotti possono raggiungere rapidamente il pubblico giusto, aumentando le probabilità di conversione.

    Perché TikTok Shop rappresenta un’opportunità per brand e creator

    Negli ultimi anni, il modo in cui i consumatori scoprono e acquistano prodotti è cambiato radicalmente. Il social commerce sta diventando sempre più rilevante, e TikTok Shop è la dimostrazione di come le piattaforme social stiano ridefinendo le strategie di vendita online.

    Quali sono, secondo noi di Orma, i principali vantaggi di TikTok Shop per aziende e creator:

    • Maggiore visibilità per i brand – Grazie alla natura virale dei contenuti su TikTok, anche le piccole aziende possono ottenere grande esposizione con i giusti contenuti dando loro possibilità di crescere.
    • Un’esperienza di acquisto fluida – Il processo d’acquisto è immediato e senza interruzioni: gli utenti non devono uscire dall’app per completare un ordine, uno step in più che spesso ferma l’acquisto del prodotto.
    • Opportunità di guadagno per i creator – I creator possono monetizzare i loro contenuti attraverso collaborazioni con i brand e il sistema di affiliazione, guadagnando una percentuale sulle vendite generate.
    • Live shopping e interazione diretta – Le vendite in diretta permettono di coinvolgere il pubblico in modo autentico, rispondendo a domande in tempo reale e creando un senso di urgenza nell’acquisto.
    • Target altamente profilato – L’algoritmo di TikTok permette ai brand di raggiungere il pubblico giusto, aumentando il tasso di conversione.

    TikTok Shop cambierà davvero il mercato dell’e-commerce?

    Se guardiamo al successo di TikTok Shop in altri paesi come il Regno Unito e gli Stati Uniti, non possiamo che prevedere che il suo impatto in Italia sarà altrettanto significativo. Il mercato del social commerce, infatti, è in forte espansione e si stima che entro il 2026 rappresenterà oltre il 20% del totale delle vendite online a livello globale.

    Tuttavia, ci sono anche delle sfide da considerare. Molti utenti italiani sono ancora abituati a piattaforme di e-commerce tradizionali e potrebbero impiegare del tempo per adattarsi a questo nuovo modo di acquistare. Inoltre, il successo delle vendite dipenderà molto dalla qualità dei contenuti e dalla capacità dei brand di coinvolgere il pubblico.

    Noi di Orma ti aiutiamo a sfruttare al massimo TikTok Shop

    TikTok Shop è una straordinaria opportunità per le aziende che vogliono espandere la loro presenza digitale e aumentare le vendite sfruttando il potere dell’intrattenimento. Ma per ottenere risultati concreti, è fondamentale una strategia ben studiata.

    Noi di Orma Strategie Digitali siamo specializzati nella gestione di canali TikTok, TikTok Ads e TikTok Shop. Offriamo servizi personalizzati per aiutarti a creare contenuti efficaci, ottimizzare le campagne e gestire e far crescere il tuo TikTok Shop.

    Se vuoi portare il tuo brand su TikTok e trasformare i tuoi contenuti in vendite, contattaci per una consulenza gratuita.

    È il momento di sfruttare al massimo il potenziale del social commerce!

  • Social Media e inclusività: come creare contenuti per tutti

    Social Media e inclusività: come creare contenuti per tutti

    L’inclusività è un tema sempre più centrale nel mondo dei social media. In un contesto globale in cui le piattaforme digitali raggiungono miliardi di persone con esperienze, culture e abilità diverse, è fondamentale che i brand si impegnino a creare contenuti che rispettino e celebrino questa diversità. I contenuti inclusivi, infatti, non solo rafforzano la reputazione di un marchio, ma possono anche generare un impatto positivo e duraturo nella società stessa.

    In questo articolo, esploreremo insieme per quale motivo l’inclusività è considerata un elemento cruciale e come integrarla nelle strategie di contenuto e quali strumenti utilizzare per garantire un approccio davvero inclusivo.

    Perché l’inclusività è cruciale sui social media

    I social media non sono solo uno strumento di comunicazione, ma un mezzo per costruire connessioni autentiche. Noi di Orma cerchiamo di sfruttare appieno la loro capacità di creare creare queste connessioni, relazioni, partendo dall’elemento fondamentale dell’inclusione. La scelta di adottare un approccio inclusivo nei contenuti social, infatti, può portare numerosi benefici, tra cui citiamo:

    • Aumento dell’engagement: gli utenti si sentono più coinvolti e rappresentati quando vedono contenuti che rispecchiano la loro identità e i loro valori.
    • Rafforzamento della fiducia nel brand: un brand che comunica inclusività trasmette empatia, autenticità e responsabilità sociale.
    • Ampliamento del pubblico: creare contenuti accessibili e inclusivi permette di raggiungere nuove fasce di pubblico, spesso trascurate.
    • Posizionamento competitivo: l’inclusività è ormai un valore riconosciuto e apprezzato ovunque, proprio per questo motivo i brand che lo abbracciano si distinguono in un mercato sempre più affollato.

    Come creare contenuti inclusivi

    Ma la domanda adesso è una: come si fa a creare contenuti che siano inclusivi per tutti?
    Ovviamente, la realizzazione di contenuti inclusivi richiede attenzione ai dettagli, empatia e una comprensione profonda del tuo pubblico – sia quello che già possiedi, che quello che atterrerà sulla tua pagina nel futuro.
    Quindi, come fare? Abbiamo elencato per voi alcune pratiche chiave per iniziare:

    • Usa un linguaggio inclusivo e neutrale: adotta termini che abbracciano tutte le identità di genere, come “tutt*” o “persone” al posto di espressioni più tradizionali e potenzialmente esclusive.
    • Diversifica i contenuti visivi: scegli immagini e video che rappresentino persone di diverse etnie, età, orientamenti sessuali, abilità fisiche e corporature. Questa varietà aiuta a comunicare che il tuo brand si rivolge a tutti.
    • Rendi i tuoi contenuti accessibili: aggiungi sottotitoli ai video, descrizioni alternative (alt text) per le immagini e assicurati che i tuoi contenuti siano leggibili da tecnologie assistive come gli screen reader.
    • Evita stereotipi e appropriazione culturale: usa simboli, tradizioni o elementi culturali in modo rispettoso e autentico, evitando rappresentazioni superficiali o insensibili.

    Strumenti e risorse per garantire inclusività

    Esistono degli strumenti che aiutano a creare contenuti inclusivi? Assolutamente sì, questi strumenti ti affiancano nell’ideazione di contenuti inclusivi e accessibili a tutti gli utenti.

    • Grammarly: offre suggerimenti per migliorare il linguaggio e adottare un tono più inclusivo.
    • Piattaforme di stock inclusive: siti come “Diversity Photos” o “TONL” offrono immagini che rappresentano diverse culture e comunità.
    • Wave Accessibility Tool: uno strumento per verificare se i tuoi contenuti web sono accessibili a tutti.
    • Canva: offre template personalizzabili che facilitano la creazione di contenuti visivi inclusivi e accessibili.

    Misurare l’impatto dei tuoi contenuti inclusivi

    Quando si parla di inclusività, non ci si riferisce solo a una strategia da adottare, in quanto si tratta di un impegno continuo da monitorare e migliorare constantemente. Ci sono, quindi, diversi modi per poter valutare l’impatto dei tuoi contenuti inclusivi e dei tuoi sforzi per l’inclusione di un pubblico più ampio e variegato:

    • Engagement rate: analizza le interazioni sui contenuti inclusivi rispetto ad altri post per capire cosa funziona meglio.
    • Feedback diretto: incoraggia il tuo pubblico a condividere opinioni sui tuoi contenuti e suggerire miglioramenti.
    • Monitoraggio delle conversazioni: utilizza strumenti di social listening per valutare come il tuo brand viene percepito online.
    • Benchmarking: confronta le tue performance con quelle di altri brand per identificare nuove opportunità e miglioramenti.

    Conclusione

    In conclusione, creare contenuti inclusivi non è solo una scelta etica, ma anche una strategia vincente per costruire relazioni autentiche e durature con il pubblico. Investire nell’inclusività, infatti, consente ai brand di essere più rilevanti, accessibili e apprezzati in un mondo sempre più connesso e diversificato. Inoltre, questo importante elemento, rappresenta un’opportunità per influenzare positivamente la società e promuovere un messaggio di unità e rispetto verso tutti. La sua inclusione (ripetizione voluta 😉 ), infatti, consente di utilizzate al meglio i social media per creare una realtà più accessibile e inclusiva sotto tutti i punti di vista.

    Come adottare, quindi, questo approccio?
    Noi di Orma abbiamo una strategia che struttura la comunicazione in modo inclusivo e accessibile: scopri di cosa si tratta contattandoci.

  • McFIT rivoluziona il fitness digitale con la prima AI Ambassador in Italia

    McFIT rivoluziona il fitness digitale con la prima AI Ambassador in Italia

    Nel panorama sempre più competitivo del fitness, l’innovazione digitale è diventata un fattore chiave per il successo dei brand. McFIT, uno dei giganti del settore, ha deciso di spingersi oltre i confini tradizionali introducendo la sua prima brand ambassador virtuale: Zoe De Biasi, un’intelligenza artificiale pensata per coinvolgere, ispirare e connettersi con la community degli amanti del fitness in modo totalmente nuovo.

    Chi è Zoe De Biasi?

    Zoe De Biasi non è una semplice influencer, ma un personaggio virtuale progettato per incarnare i valori del brand e interagire con gli utenti in modo autentico e coinvolgente. Secondo la narrativa creata attorno a lei, Zoe è una giovane di 24 anni, studentessa di Scienze Motorie originaria di Torino, ma spesso presente a Milano per motivi di studio. Il suo stile dinamico e il suo atteggiamento energico la rendono il volto perfetto per rappresentare un concetto di fitness moderno, accessibile e tecnologicamente avanzato.

    McFIT l’ha presentata ufficialmente sui suoi canali social come la nuova ambassador, scatenando immediatamente un grande dibattito online.

    Il ruolo di Zoe nella strategia di marketing di McFIT

    L’introduzione di una brand ambassador AI da parte di McFit non è solo una scelta estetica, ma un vero e proprio cambio di paradigma nella comunicazione digitale dei grandi brand e non solo. Zoe De Biasi, infatti, si inserisce in una strategia omnicanale in cui intelligenza artificiale, social media e community management si fondono per creare una customer experience più interattiva.

    Le capacità di interazione implementate in questa AI, infatti, le permettono di rapportarsi con gli utenti sotto diversi punti di vista:

    • Motiva gli utenti con contenuti personalizzati su Instagram e altre piattaforme social;
    • Condivide consigli su allenamenti, mindset e benessere, basati sulle esigenze della community;
    • Sostiene il concetto di fitness inclusivo e accessibile, promuovendo uno stile di vita attivo per tutti;
    • Interagisce direttamente con gli utenti attraverso formati innovativi come Q&A, video interattivi e chatbot integrati.

    In questo senso, Zoe non è un semplice avatar, ma un assistente digitale in grado di offrire valore concreto agli iscritti McFIT, grazie a una comunicazione basata sull’engagement e sulla personalizzazione.

    Reazioni controverse, tra entusiasmo e scetticismo

    L’annuncio di Zoe De Biasi da parte di McFit, avvenuto lo scorso 11 marzo, tramite un post collab su instagram, ha diviso il pubblico. Da un lato, molti utenti hanno accolto con entusiasmo la novità, vedendola come un segnale del futuro del digital marketing e un’innovazione nel mondo del fitness. Alcuni hanno sottolineato l’originalità dell’idea e il potenziale di una brand ambassador che può interagire senza limiti di tempo, offrendo sempre contenuti aggiornati e mirati: citiamo proprio un commento di un utente che scrive Come sempre AVANTI ANNI LUCE.

    Dall’altro, però, non sono mancate le critiche. Molti utenti hanno espresso perplessità sulla scelta di McFIT di affidarsi a un’intelligenza artificiale invece che a un ambassador umano reale. Alcuni lamentano la perdita dell’autenticità e del valore dell’esperienza umana nel fitness, sostenendo che l’interazione con un’AI non potrà mai sostituire quella con un vero personal trainer o un vero atleta.

    Uno dei punti più critici sollevati dagli utenti riguarda l’autenticità del messaggio che un brand come McFIT dovrebbe trasmettere. Un fitness club promuove uno stile di vita sano, basato su alimentazione equilibrata, allenamento costante e miglioramento fisico reale. Come può un’intelligenza artificiale rappresentare credibilmente questi valori se, in realtà, non mangia, non si allena e non ha un corpo soggetto agli stessi sforzi e cambiamenti di una persona reale? Questo interrogativo ha generato perplessità e un senso di distacco da parte di alcuni utenti, che vedono in Zoe De Biasi una figura priva di esperienze autentiche. Se il fitness è fatto di fatica, crescita e trasformazione, può davvero un’AI – che non sperimenta nulla di tutto questo – ispirare e motivare chi cerca un cambiamento nel proprio corpo e nella propria vita? Per molti, la risposta è negativa, alimentando il dibattito su quanto i brand possano spingersi nell’uso della tecnologia senza perdere la connessione con la realtà e con le persone.

    McFIT, dal canto suo, ha risposto alle critiche affermando che Zoe non è un sostituto, ma un complemento all’esperienza fitness, con l’obiettivo di ampliare la comunicazione del brand e rendere più dinamica l’interazione con la community.

    Perché un’AI Ambassador?

    Il fitness digitale è in continua evoluzione, e il successo di brand come McFIT dipende sempre più dalla loro capacità di adottare tecnologie emergenti per migliorare la customer experience. Le AI Ambassador rappresentano il futuro del marketing conversazionale, creando un ponte tra il marchio e il pubblico attraverso un dialogo costante e immersivo.

    Le intelligenze artificiali generative stanno trasformando il modo in cui i brand interagiscono con i loro clienti: basti pensare a come il mondo del fashion e del beauty abbia già adottato virtual influencer per creare esperienze di shopping personalizzate. Con Zoe, McFIT si posiziona come pioniere nel settore fitness, integrando AI e contenuti digitali per rafforzare il brand e migliorare il coinvolgimento degli utenti.

    L’impatto sul futuro del Digital Branding

    L’introduzione di Zoe De Biasi segna l’inizio di una nuova era per il fitness digitale. Questa mossa non solo ridefinisce le strategie di content marketing e brand identity, ma apre la strada a nuove modalità di interazione tra brand, community e intelligenza artificiale.

    McFIT dimostra che la tecnologia non è solo un supporto, ma un vero e proprio driver strategico per creare esperienze di fitness più coinvolgenti, accessibili e su misura per gli utenti. E con un personaggio come Zoe, il marchio riesce a umanizzare il digitale, trasformando un’intelligenza artificiale in un’icona con cui gli utenti possono relazionarsi.

    Sarà interessante vedere come evolverà questa strategia e se altre aziende nel settore fitness seguiranno l’esempio di McFIT. Una cosa è certa: il futuro del digital branding passa sempre di più attraverso l’AI, la personalizzazione e l’interazione diretta con il pubblico.

    Cosa ne pensiamo noi di Orma?

    Da Orma, osserviamo con interesse l’evoluzione dei virtual influencer come Zoe De Biasi. Non si tratta di un’idea del tutto nuova: figure digitali create ad hoc esistono già da tempo nel mondo del marketing e dell’intrattenimento. L’AI, in questo caso, è solo la tecnica con cui viene realizzata, ma la vera sfida non è la tecnologia in sé, bensì il modo in cui verrà percepita dal pubblico.

    Sarà interessante vedere se i follower riusciranno a stabilire un legame autentico con una figura interamente virtuale. Con una soglia di attenzione sempre più bassa, potremmo trovarci in un’era in cui l’intelligenza artificiale diventa parte integrante della comunicazione senza che l’utente percepisca la differenza. Se il pubblico accetta la sua presenza e ne riconosce il valore, allora l’uso di ambassador digitali potrebbe diventare un’opportunità concreta per i brand.

    E noi di Orma? Siamo pronti a offrire questo servizio ai nostri clienti già da subito. Se vuoi esplorare il potenziale dei virtual influencer per la tua strategia di marketing, contattaci e scopri come possiamo portare il tuo brand nel futuro!

  • Come usare LinkedIn senza essere cringe

    Come usare LinkedIn senza essere cringe

    LinkedIn è diventato uno strumento essenziale per i creativi che desiderano promuovere il proprio lavoro, costruire connessioni e far crescere la propria carriera. Tuttavia, molti creativi si sentono a disagio su LinkedIn, percependola come una piattaforma troppo formale, piena di auto-promozione aggressiva e cliché del mondo aziendale.

    Come si fa a usare LinkedIn in modo efficace senza essere cringe?

    La chiave sta nell’essere autentici, fornire valore e costruire relazioni genuine. Ecco alcuni consigli pratici da parte di creativi che hanno successo su LinkedIn:

    1. Abbracciare la positività

    A differenza di altre piattaforme social, LinkedIn è caratterizzata da un’atmosfera generalmente positiva e incoraggiante. Non abbiate paura di condividere i vostri successi, le vostre esperienze e le vostre intuizioni. Ricordate che siete in un ambiente professionale dove le persone sono interessate a imparare e a crescere.

    2. Capire che è tutto incentrato sul lavoro

    LinkedIn è una piattaforma professionale, quindi concentrate i vostri contenuti sul lavoro e sulla carriera. Non pubblicate foto delle vostre vacanze o dei vostri animali domestici, a meno che non siano in qualche modo rilevanti per la vostra attività professionale.

    3. Iniziare a pubblicare e commentare

    Per avere successo su LinkedIn, dovete essere attivi e partecipativi. Pubblicate regolarmente aggiornamenti sul vostro lavoro, condividete le vostre riflessioni sul settore e commentate i post di altri. Non siate timidi nel contattare persone che ammirate o aziende per cui vorreste lavorare.

    4. Non siate timidi

    Anche se è importante evitare l’auto-promozione aggressiva, non dovete aver paura di parlare dei vostri successi e delle vostre competenze. Ricordate che state cercando di costruire una carriera e che LinkedIn è il luogo ideale per mostrare il vostro valore.

    5. Curare la propria community con attenzione

    LinkedIn è piena di contenuti, quindi è importante curare il proprio feed e seguire solo persone e aziende che vi interessano veramente. Eliminate i contatti irrilevanti e concentratevi sulla costruzione di relazioni con persone che possono aiutarvi a raggiungere i vostri obiettivi professionali.

    6. Evitare i cliché di LinkedIn

    LinkedIn è piena di frasi fatte e gergo aziendale che possono farvi sembrare poco autentici. Usate un linguaggio semplice e diretto, e raccontate le vostre storie in modo naturale. Evitate le frasi troppo pompose e concentratevi sulla comunicazione sincera.

    7. Utilizzare lo spazio per il titolo professionale

    Il vostro titolo professionale è una delle prime cose che le persone vedono sul vostro profilo. Assicuratevi che sia chiaro, conciso e che descriva accuratamente chi siete e cosa fate.

    8. Farsi aiutare da qualcuno

    Se non avete tempo o voglia di gestire il vostro profilo LinkedIn, potete farvi aiutare da un professionista. Un esperto di marketing o un social media manager può aiutarvi a creare contenuti accattivanti, a gestire la vostra rete di contatti e a promuovere il vostro lavoro in modo efficace. (Noi di Orma facciamo proprio questo!)

    Conclusione

    LinkedIn può essere uno strumento potente per i creativi che desiderano far crescere la propria carriera, ma è importante usarlo nel modo giusto. Essere autentici, fornire valore e costruire relazioni genuine sono le chiavi del successo su LinkedIn. Non abbiate paura di mostrarvi, di parlare del vostro lavoro e di connettervi con altre persone del vostro settore.

    Ricordate, LinkedIn non deve essere un’esperienza imbarazzante. Con un po’ di impegno e di autenticità, potete trasformare questa piattaforma in un potente strumento per il vostro successo professionale.